Il rapporto tra letteratura e televisione italiana è antico e prolifico. La RAI rigidamente in bianco e nero, monocanale e pedagogica, è ansiosa di cooptare prodotti provenienti da altri e più nobili ambiti mediali (il teatro, il cinema, l’editoria) in una necessaria operazione di legittimazione nei confronti di una classe dirigente abbastanza scettica sul nuovo medium. Dopo l’adattamento televisivo di grandi classici italiani e stranieri, tocca - a partire dagli anni ’60 - ai romanzi polizieschi.Diventano successi televisivi le serie del Commissario Maigret inventato da Georges Simenon impersonato da Gino Cervi (1964); le indagini di Nero Wolfe, l’investigatore creato da Rex Stout interpretato da Tino Buazzelli (1969); le avventure giallo-ironiche del prete-investigatore Padre Brown (Renato Rascel) ideato da Chesterton (1970-71). Un caso a parte è costituito da Giallo club. Invito al poliziesco (1959-1961) il cui protagonista è il Tenente Sheridan (Ubaldo Lay), che diventa il poliziotto più popolare della televisione italiana.Dovremo aspettare il 1965-66 per vedere sul piccolo schermo la prima investigatrice della televisione italiana, Laura Storm, interpretata da Lauretta Masiero, attendere gli anni ’90 per ritrovare una donna al comando di un Commissariato o distretto di polizia (Linda e il Brigadiere, 1991) o il nuovo secolo per vedere all’opera una insegnante di liceo divisa tra lezioni e ricostruzioni di casi di omicidio (Provaci ancora Prof, 2005) e una nuova generazione di scrittrici declinare al femminile storie di investigazioni che recentemente sono diventate fiction di successo.Obiettivo dell'articolo è quello di tracciare una geografia televisiva gialla al femminile e il recentissimo tentativo di cambiare il paradigma finzionale sul genere avvenuto in particolar modo con Imma Tataranni. Sostituto Procuratore (Raiuno, 2019), dai romanzi di Mariolina Venezia, e Le indagini di Lolita Lobosco (Raiuno, 2021) dalla penna di Gabriella Genisi.

Le signore in giallo. Da Provaci ancora prof! a Lolita Lobosco nuove scritture e paradigmi di genere nel crime della televisione italiana

BISOGNO A
2021-01-01

Abstract

Il rapporto tra letteratura e televisione italiana è antico e prolifico. La RAI rigidamente in bianco e nero, monocanale e pedagogica, è ansiosa di cooptare prodotti provenienti da altri e più nobili ambiti mediali (il teatro, il cinema, l’editoria) in una necessaria operazione di legittimazione nei confronti di una classe dirigente abbastanza scettica sul nuovo medium. Dopo l’adattamento televisivo di grandi classici italiani e stranieri, tocca - a partire dagli anni ’60 - ai romanzi polizieschi.Diventano successi televisivi le serie del Commissario Maigret inventato da Georges Simenon impersonato da Gino Cervi (1964); le indagini di Nero Wolfe, l’investigatore creato da Rex Stout interpretato da Tino Buazzelli (1969); le avventure giallo-ironiche del prete-investigatore Padre Brown (Renato Rascel) ideato da Chesterton (1970-71). Un caso a parte è costituito da Giallo club. Invito al poliziesco (1959-1961) il cui protagonista è il Tenente Sheridan (Ubaldo Lay), che diventa il poliziotto più popolare della televisione italiana.Dovremo aspettare il 1965-66 per vedere sul piccolo schermo la prima investigatrice della televisione italiana, Laura Storm, interpretata da Lauretta Masiero, attendere gli anni ’90 per ritrovare una donna al comando di un Commissariato o distretto di polizia (Linda e il Brigadiere, 1991) o il nuovo secolo per vedere all’opera una insegnante di liceo divisa tra lezioni e ricostruzioni di casi di omicidio (Provaci ancora Prof, 2005) e una nuova generazione di scrittrici declinare al femminile storie di investigazioni che recentemente sono diventate fiction di successo.Obiettivo dell'articolo è quello di tracciare una geografia televisiva gialla al femminile e il recentissimo tentativo di cambiare il paradigma finzionale sul genere avvenuto in particolar modo con Imma Tataranni. Sostituto Procuratore (Raiuno, 2019), dai romanzi di Mariolina Venezia, e Le indagini di Lolita Lobosco (Raiuno, 2021) dalla penna di Gabriella Genisi.
2021
Donne detective, giallo, television studies, storia della televisione
Signore in giallo
Storia della televisione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12606/2543
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