The increasing diffusion of issues related to so-called Art Law requires legal practitioners to increase their knowledge of the context in which the application of the legal rules is invoked. This need emerges clearly, according to the Author, from the recent rulings of the Court of Cassation no. 11465/2021 and n. 16059 of 2019, which did not consider fulfilled the requirement of non-clandestinity of possession, necessary for the acquisition by adverse possession of the paintings involved in those cases. The judges affirm, in fact, that the requirement of non-clandestinity of the possession of works of art is satisfied only by their exposure in exhibitions or their inclusion in specialized publications. The Author criticizes this statement, since it greatly reduces the range of conduct suitable for satisfying the non-clandestinity of the possession of works of art. Consequently, the possibility of reaching a different conclusion is investigated through the interpretation of the normative data that takes greater account of the interaction between the rule on non-clandestinity of possession and the context of the world of the owners of works of art in which that rule must be applied.

La sempre maggiore diffusione di questioni legate al c.d. diritto dell’arte richiede agli operatori del diritto di accrescere la loro conoscenza del contesto nel quale l’applicazione delle regole giuridiche viene invocata. Quest’esigenza affiora in maniera evidente, secondo l’Autore, dalle recenti pronunce della Corte di cassazione n. 11465/2021 e n. 16059 del 2019, le quali hanno escluso l’integrazione del requisito della non clandestinità del possesso, necessaria per il compimento dell’usucapione dei dipinti cui si riferiscono quelle vicende giudiziarie. I giudici affermano, infatti, che la non clandestinità del possesso delle opere d’arte risulta soddisfatta solo dall’esposizione a mostre o dal loro inserimento in pubblicazioni specializzate. L’Autore critica quest’affermazione, giacché riduce oltremodo la gamma di condotte idonee a soddisfare la non clandestinità del possesso delle opere d’arte. Di conseguenza, viene indagata la possibilità di giungere a una diversa conclusione tramite l’interpretazione del dato normativo che tenga maggiormente conto dell’interazione tra la regola sulla non clandestinità del possesso e il contesto del mondo dei possessori di opere d’arte in cui quella regola deve trovare applicazione.

POSSESSO «NON CLANDESTINO» E POSSESSO «OCCULTO» NELL'USUCAPIONE DI OPERA D'ARTE: QUALCHE RIFLESSIONE DI ARTE E DIRITTO A MARGINE DI UN RECENTE ORIENTAMENTO DELLA CORTE DI CASSAZIONE

MONTANARI A
2021-01-01

Abstract

The increasing diffusion of issues related to so-called Art Law requires legal practitioners to increase their knowledge of the context in which the application of the legal rules is invoked. This need emerges clearly, according to the Author, from the recent rulings of the Court of Cassation no. 11465/2021 and n. 16059 of 2019, which did not consider fulfilled the requirement of non-clandestinity of possession, necessary for the acquisition by adverse possession of the paintings involved in those cases. The judges affirm, in fact, that the requirement of non-clandestinity of the possession of works of art is satisfied only by their exposure in exhibitions or their inclusion in specialized publications. The Author criticizes this statement, since it greatly reduces the range of conduct suitable for satisfying the non-clandestinity of the possession of works of art. Consequently, the possibility of reaching a different conclusion is investigated through the interpretation of the normative data that takes greater account of the interaction between the rule on non-clandestinity of possession and the context of the world of the owners of works of art in which that rule must be applied.
2021
La sempre maggiore diffusione di questioni legate al c.d. diritto dell’arte richiede agli operatori del diritto di accrescere la loro conoscenza del contesto nel quale l’applicazione delle regole giuridiche viene invocata. Quest’esigenza affiora in maniera evidente, secondo l’Autore, dalle recenti pronunce della Corte di cassazione n. 11465/2021 e n. 16059 del 2019, le quali hanno escluso l’integrazione del requisito della non clandestinità del possesso, necessaria per il compimento dell’usucapione dei dipinti cui si riferiscono quelle vicende giudiziarie. I giudici affermano, infatti, che la non clandestinità del possesso delle opere d’arte risulta soddisfatta solo dall’esposizione a mostre o dal loro inserimento in pubblicazioni specializzate. L’Autore critica quest’affermazione, giacché riduce oltremodo la gamma di condotte idonee a soddisfare la non clandestinità del possesso delle opere d’arte. Di conseguenza, viene indagata la possibilità di giungere a una diversa conclusione tramite l’interpretazione del dato normativo che tenga maggiormente conto dell’interazione tra la regola sulla non clandestinità del possesso e il contesto del mondo dei possessori di opere d’arte in cui quella regola deve trovare applicazione.
Usucapione
Possesso
non+clandestino
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12606/3534
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