Il sisma che nel 2016 ha interessato l'Italia Centrale ha duramente colpito una parte quantitativamente e qualitativamente considerevole del "sistema dei borghi" italiani, ovvero un peculiare e consolidato sistema paesaggistico, ambientale e produttivo che oggi vede una parte rilevante del suo patrimonio in condizioni di emergenza ambientale e abitativa. Uno degli elementi di maggiore criticità, che rende il discorso sulla ricostruzione particolarmente complesso, è lo stato di crisi che caratterizzava buona parte di questi territori già prima del sisma. L'area del cratere inclusa nelle Marche, la regione più colpita dagli eventi del 2016, già presentava, ad esempio, pregresse e consolidate condizioni di fragilità: una bassa densità demografica; una conformazione urbana fatta di piccoli centri in un territorio ampio, orograficamente accidentato e poco collegato con i centri urbani maggiori; un patrimonio edilizio spesso obsoleto, realizzato con sistemi costruttivi tradizionali precedenti al 1971 (anno dell'entrata in vigore della normativa antisismica); un'economia asfittica di tipo prevalentemente agroalimentare e (recentemente) turistica. Lo spopolamento era ed è un fenomeno costante, in parte dovuto all'inadeguatezza degli standard abitativi alle aspirazioni degli abitanti (soprattutto dei più giovani) e alla mancanza di occasioni di lavoro, ad eccezione delle aree con maggiore vocazione turistica. A testimonianza di tale fenomeno le recenti 'Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni' rappresentano un tentativo per arginare un progressivo processo di esodo che, nelle aree terremotate e per le generazioni più giovani, costituisce una tentazione solo in parte mitigata dal radicamento al proprio territorio. La consapevolezza che il sisma ha duramente colpito un sistema edilizio, urbano, geologico, sociale ed economico già "sofferente" alimenta dubbi (o dovrebbe alimentarne) sul come e, in alcuni casi, sul dove e sul se ricostruire ma può essere letto come "occasione" (triste quanto indesiderata) per immaginare nuovi possibili scenari.
(Ri)costruzione post sisma. Nuovi modelli dell'abitare
Bianchi R;
2020-01-01
Abstract
Il sisma che nel 2016 ha interessato l'Italia Centrale ha duramente colpito una parte quantitativamente e qualitativamente considerevole del "sistema dei borghi" italiani, ovvero un peculiare e consolidato sistema paesaggistico, ambientale e produttivo che oggi vede una parte rilevante del suo patrimonio in condizioni di emergenza ambientale e abitativa. Uno degli elementi di maggiore criticità, che rende il discorso sulla ricostruzione particolarmente complesso, è lo stato di crisi che caratterizzava buona parte di questi territori già prima del sisma. L'area del cratere inclusa nelle Marche, la regione più colpita dagli eventi del 2016, già presentava, ad esempio, pregresse e consolidate condizioni di fragilità: una bassa densità demografica; una conformazione urbana fatta di piccoli centri in un territorio ampio, orograficamente accidentato e poco collegato con i centri urbani maggiori; un patrimonio edilizio spesso obsoleto, realizzato con sistemi costruttivi tradizionali precedenti al 1971 (anno dell'entrata in vigore della normativa antisismica); un'economia asfittica di tipo prevalentemente agroalimentare e (recentemente) turistica. Lo spopolamento era ed è un fenomeno costante, in parte dovuto all'inadeguatezza degli standard abitativi alle aspirazioni degli abitanti (soprattutto dei più giovani) e alla mancanza di occasioni di lavoro, ad eccezione delle aree con maggiore vocazione turistica. A testimonianza di tale fenomeno le recenti 'Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni' rappresentano un tentativo per arginare un progressivo processo di esodo che, nelle aree terremotate e per le generazioni più giovani, costituisce una tentazione solo in parte mitigata dal radicamento al proprio territorio. La consapevolezza che il sisma ha duramente colpito un sistema edilizio, urbano, geologico, sociale ed economico già "sofferente" alimenta dubbi (o dovrebbe alimentarne) sul come e, in alcuni casi, sul dove e sul se ricostruire ma può essere letto come "occasione" (triste quanto indesiderata) per immaginare nuovi possibili scenari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.