Calvino considered Le città invisibili (1972) the book in which he had been able to give organicity to a very large number of issues, especially of a sociological and narratological nature; precisely for this reason the work has been the center of critical attention for fifty years and undoubtedly one of the most cited Italian works of the twentieth century in the world. This study proposes a general interpretation, dismantling its combinatorial structure and capturing the fundamental themes of the narrative frame and the eleven series of cities. The result is a poetics of 'overthrow' (within each story and between one series and another) aimed at revealing the illusory character of the civil utopias of modernity and modernism.

Calvino considerava Le città invisibili (1972) il libro in cui era riuscito a dare organicità a un numero molto elevato di questioni, soprattutto di ordine sociologico e narratologico; proprio per questo l’opera è da cinquant’anni al centro dell’attenzione della critica e, senza ombra di dubbio, una delle più citate del Novecento italiano a livello mondiale. Questo studio ne propone un’interpretazione generale, smontando la sua struttura combinatoria e cogliendo i temi fondamentali della cornice narrativa e delle undici serie di città. Se ne ricava una sistematica poetica del ‘rovesciamento’ (all’interno di ciascun racconto e fra una serie e l’altra) finalizzata a rivelare il carattere illusorio delle utopie civili moderne e moderniste.

Città al tramonto: Calvino e la fine di un’immagine utopica

Daniele Maria Pegorari
2022-01-01

Abstract

Calvino considered Le città invisibili (1972) the book in which he had been able to give organicity to a very large number of issues, especially of a sociological and narratological nature; precisely for this reason the work has been the center of critical attention for fifty years and undoubtedly one of the most cited Italian works of the twentieth century in the world. This study proposes a general interpretation, dismantling its combinatorial structure and capturing the fundamental themes of the narrative frame and the eleven series of cities. The result is a poetics of 'overthrow' (within each story and between one series and another) aimed at revealing the illusory character of the civil utopias of modernity and modernism.
2022
Calvino considerava Le città invisibili (1972) il libro in cui era riuscito a dare organicità a un numero molto elevato di questioni, soprattutto di ordine sociologico e narratologico; proprio per questo l’opera è da cinquant’anni al centro dell’attenzione della critica e, senza ombra di dubbio, una delle più citate del Novecento italiano a livello mondiale. Questo studio ne propone un’interpretazione generale, smontando la sua struttura combinatoria e cogliendo i temi fondamentali della cornice narrativa e delle undici serie di città. Se ne ricava una sistematica poetica del ‘rovesciamento’ (all’interno di ciascun racconto e fra una serie e l’altra) finalizzata a rivelare il carattere illusorio delle utopie civili moderne e moderniste.
città
distopia
postmodernità
immaginazione
prospettiva
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12606/13633
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