Individuato già da Giovanni Raboni, negli anni Ottanta e Novanta, come ultima ‘propaggine’ della linea lombarda di anceschiana memoria, Guido Oldani (Melegnano 1947) si muove sulla scena poetica contemporanea con una produzione libraria piuttosto contenuta, ma inversamente proporzionale all’intensità con cui partecipa all’attività collettiva delle riviste e delle antologie; al centro del suo lavoro poetico si pone una ‘corporalità’ spinta, una esasperata caratterizzazione dei corpi e degli oggetti che, da un lato, s’inserisce nella tradizione realistica della poesia milanese otto-novecentesca, dall’altro si sposta in una direzione espressionistica più reboriana e gaddiana che sereniana. Nell’ultimo decennio, poi, Oldani ha accentuato la sua analisi critica della realtà sociale, prestando la sua scrittura (anche di tipo giornalistico) a numerose campagne di sensibilizzazione morale, come sui temi della lotta alla mafia e della contaminazione interetnica. Sono questi i temi che originano la riflessione proposta in un vero e proprio manifesto letterario, "Il realismo terminale" (edito in un volumetto da Mursia), al quale stanno aderendo numerosi poeti, critici e artisti, fondato sulla convinzione che le condizioni della vita attuale siano dominate da un controllo degli oggetti a tutto discapito della dimensione umana. Non resta che adeguarvi il linguaggio (quello poetico quanto quello della comunicazione) per tentare di aderire in maniera più autentica alla realtà che ci circonda.
I corpi ‘terminali’ di Guido Oldani
Daniele Maria Pegorari
2018-01-01
Abstract
Individuato già da Giovanni Raboni, negli anni Ottanta e Novanta, come ultima ‘propaggine’ della linea lombarda di anceschiana memoria, Guido Oldani (Melegnano 1947) si muove sulla scena poetica contemporanea con una produzione libraria piuttosto contenuta, ma inversamente proporzionale all’intensità con cui partecipa all’attività collettiva delle riviste e delle antologie; al centro del suo lavoro poetico si pone una ‘corporalità’ spinta, una esasperata caratterizzazione dei corpi e degli oggetti che, da un lato, s’inserisce nella tradizione realistica della poesia milanese otto-novecentesca, dall’altro si sposta in una direzione espressionistica più reboriana e gaddiana che sereniana. Nell’ultimo decennio, poi, Oldani ha accentuato la sua analisi critica della realtà sociale, prestando la sua scrittura (anche di tipo giornalistico) a numerose campagne di sensibilizzazione morale, come sui temi della lotta alla mafia e della contaminazione interetnica. Sono questi i temi che originano la riflessione proposta in un vero e proprio manifesto letterario, "Il realismo terminale" (edito in un volumetto da Mursia), al quale stanno aderendo numerosi poeti, critici e artisti, fondato sulla convinzione che le condizioni della vita attuale siano dominate da un controllo degli oggetti a tutto discapito della dimensione umana. Non resta che adeguarvi il linguaggio (quello poetico quanto quello della comunicazione) per tentare di aderire in maniera più autentica alla realtà che ci circonda.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.