Tematica ed obiettivo del contributo sono finalizzati ad approfondire la relazione fra la ricerca scientifica - in campo economico-ambientale – e iniziative fattive che, in chiave multidisciplinare, mettano in discussione i due concetti fondamentali di “natura” e di “città”. I beni comuni offrono elementi di riflessione e discussione geografica. Le categorie rilevanti per la ridefinizione e della gestione dei beni comuni sono riconducibili: i) alla definizione della scala geografica; ii) alla rilettura in chiave di commoning delle relazioni ecologiche e socio-spaziali; iii) al concetto di giustizia spaziale; iv) al tema della rappresentazione, territorializzazione e gestione di spazi alternativi di partecipazione, auto-organizzazione, innovazione sociale, governance e interazione sociale ed economica; fino v) alla natura stessa del bene comune in relazione allo spazio della risorsa e dei suoi utilizzatori. Si intende affrontare il dualismo fra la posizione di Garret Hardin dove tutti consumano la risorsa ma non partecipano al suo rinnovamento e l’unico modo per evitare la tragedia sia la privatizzazione o la proprietà pubblica, e quella di Elinor Ostrom che in un approccio critico considera i beni comuni naturali non in regime di libero accesso, ma spazi e risorse ben definite, auto-gestite da un gruppo limitato di persone, sulla base di precise regole o istituzioni. Da ciò discende la declinazione della tematica nella problematica spiaggia-rifiuti. La spiaggia, in una concezione estesa, rappresenta il bene comune dello spazio rurbano in contrapposizione alla città dove i rifiuti: i) vengono prodotti; ii) vengono trasportati (rete idrografica e stradale); iii) si accumulano e l’uomo si sposta per attività ricreative (spiaggia).

Beni comuni, partecipazione ed economia circolare. La relazione fra spiaggia e rifiuti

Olivieri F;
2015-01-01

Abstract

Tematica ed obiettivo del contributo sono finalizzati ad approfondire la relazione fra la ricerca scientifica - in campo economico-ambientale – e iniziative fattive che, in chiave multidisciplinare, mettano in discussione i due concetti fondamentali di “natura” e di “città”. I beni comuni offrono elementi di riflessione e discussione geografica. Le categorie rilevanti per la ridefinizione e della gestione dei beni comuni sono riconducibili: i) alla definizione della scala geografica; ii) alla rilettura in chiave di commoning delle relazioni ecologiche e socio-spaziali; iii) al concetto di giustizia spaziale; iv) al tema della rappresentazione, territorializzazione e gestione di spazi alternativi di partecipazione, auto-organizzazione, innovazione sociale, governance e interazione sociale ed economica; fino v) alla natura stessa del bene comune in relazione allo spazio della risorsa e dei suoi utilizzatori. Si intende affrontare il dualismo fra la posizione di Garret Hardin dove tutti consumano la risorsa ma non partecipano al suo rinnovamento e l’unico modo per evitare la tragedia sia la privatizzazione o la proprietà pubblica, e quella di Elinor Ostrom che in un approccio critico considera i beni comuni naturali non in regime di libero accesso, ma spazi e risorse ben definite, auto-gestite da un gruppo limitato di persone, sulla base di precise regole o istituzioni. Da ciò discende la declinazione della tematica nella problematica spiaggia-rifiuti. La spiaggia, in una concezione estesa, rappresenta il bene comune dello spazio rurbano in contrapposizione alla città dove i rifiuti: i) vengono prodotti; ii) vengono trasportati (rete idrografica e stradale); iii) si accumulano e l’uomo si sposta per attività ricreative (spiaggia).
2015
Bene comune
Partecipazione
Sostenibilità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12606/1238
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