Obiettivo di questa relazione è mettere a fuoco il ruolo del design e il nuovo rapporto tra designer e industria negli Stati Uniti negli anni Trenta. La Grande crisi del ’29 aveva creato una frattura tra il sistema industriale del primo dopoguerra, potentemente sviluppato nell’America attorno al modello taylor-fordista, e il mercato, paralizzato dal crollo della domanda di beni e prodotti di consumo. Per attenuare questo divario un ruolo preciso è svolto dal design e dal nuovo modo di intendere i rapporti tra designer e industria. Emerge in quel decennio una serie di professionisti, che hanno alle spalle esperienze in campi diversi: illustratori, designer, architetti, scenografi, come Raymond Loewy, Henry Dreyfuss, Walter Dorwin Teague, Norman Bel Geddes, che progettano per l’industria con l’obiettivo consapevole di dare, attraverso il design, un valore aggiunto ai prodotti. I loro studi diventano progressivamente grandi “agenzie di design” che svolgono, attraverso la creazione di team multidisciplinari, attività di ricerca, sviluppo, progettazione, marketing e promozione. Molti di loro diventano “consulenti strategici” di importanti società costruendo con loro un rapporto stretto e continuativo occupandosi a 360° di tutte le problematiche tese al rilancio aziendale: dalla corporate image al product design, dal packaging agli allestimenti fieristici. Inventano nuove tipologie di prodotti per la casa, l’ufficio e la città dando vita a quella che può essere chiamata la “seconda generazione degli oggetti tecnici”, dal telefono al frigorifero, dalla cucina alla macchina fotografica, dalle automobili, ai treni e agli aerei. La forma aerodinamica, lo stile teardrop, lo Streamline diventano simboli della modernità; si afferma una nuova estetica dei prodotti che porta a considerare il design uno strumento di seduzione del consumatore, un elemento strutturale per nuove strategie di vendita. Dare forma seduttiva ai prodotti è il compito di un design che cerca di stimolare gli acquirenti. Questi designer americani pongono le basi di una nuova figura di progettista. Creano associazioni professionali, prima nei singoli Stati e poi nella nazione. Il designer diventa figura mediaticamente nota, tanto che il suo riconoscimento è consacrato nel ’49 allorquando Raymond Loewy si guadagna la copertina della rivista “Time”.
Il rapporto designer-industria negli Stati Uniti degli anni Trenta
Elia M
2014-01-01
Abstract
Obiettivo di questa relazione è mettere a fuoco il ruolo del design e il nuovo rapporto tra designer e industria negli Stati Uniti negli anni Trenta. La Grande crisi del ’29 aveva creato una frattura tra il sistema industriale del primo dopoguerra, potentemente sviluppato nell’America attorno al modello taylor-fordista, e il mercato, paralizzato dal crollo della domanda di beni e prodotti di consumo. Per attenuare questo divario un ruolo preciso è svolto dal design e dal nuovo modo di intendere i rapporti tra designer e industria. Emerge in quel decennio una serie di professionisti, che hanno alle spalle esperienze in campi diversi: illustratori, designer, architetti, scenografi, come Raymond Loewy, Henry Dreyfuss, Walter Dorwin Teague, Norman Bel Geddes, che progettano per l’industria con l’obiettivo consapevole di dare, attraverso il design, un valore aggiunto ai prodotti. I loro studi diventano progressivamente grandi “agenzie di design” che svolgono, attraverso la creazione di team multidisciplinari, attività di ricerca, sviluppo, progettazione, marketing e promozione. Molti di loro diventano “consulenti strategici” di importanti società costruendo con loro un rapporto stretto e continuativo occupandosi a 360° di tutte le problematiche tese al rilancio aziendale: dalla corporate image al product design, dal packaging agli allestimenti fieristici. Inventano nuove tipologie di prodotti per la casa, l’ufficio e la città dando vita a quella che può essere chiamata la “seconda generazione degli oggetti tecnici”, dal telefono al frigorifero, dalla cucina alla macchina fotografica, dalle automobili, ai treni e agli aerei. La forma aerodinamica, lo stile teardrop, lo Streamline diventano simboli della modernità; si afferma una nuova estetica dei prodotti che porta a considerare il design uno strumento di seduzione del consumatore, un elemento strutturale per nuove strategie di vendita. Dare forma seduttiva ai prodotti è il compito di un design che cerca di stimolare gli acquirenti. Questi designer americani pongono le basi di una nuova figura di progettista. Creano associazioni professionali, prima nei singoli Stati e poi nella nazione. Il designer diventa figura mediaticamente nota, tanto che il suo riconoscimento è consacrato nel ’49 allorquando Raymond Loewy si guadagna la copertina della rivista “Time”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.