I molteplici rapporti e interrelazioni tra il cinema e la musica. O, più precisamente, il complesso ed articolato dialogo istituito e istituibile tra la processualità audiovisiva e il mondo sonoro tecnicamente producibile e riproducibile entro lo scenario teorico-estetico ed artistico della contemporaneità. L'assunzione delle dizioni di processualità audiovisiva e di mondo sonoro tecnicamente producibile e riproducibile, con tutte le implicazioni teorico-estetiche nonchè tecniche del caso, consente dunque, un'investigazione aperta non solo al versante specificamente filmico, della musica per film. Quello tradizionalmente più tematizzato, sul piano storico, estetico e analitico, sia in ambito filmologico che - ma con minor frequenza - musicologico. Un'investigazione aperta da configurarsi in molteplici direzioni, originando prospettive di esplorazione critica su alcune delle più interessanti esperienze e sperimentazioni linguistico-espressive di oggi, tutte più o meno organicamente investite da una forte relazione combinatoria tra immagine e suono, capaci di conquistare pubblici estremamemente diversificati. Esplorazioni, nello specifico, tese a saggiare territori, oltre a quello prettamente cine-musicale, quali la videoarte, il vj set, le riletture sonore in chiave contemporane di grandi classici del cinema muto da parte di compositori contemporanei, l'arte sonora con le installazioni del Sound Art Museum di Roma legate ad opere visive ma anche con un Archivio che ha già catalogato oltre 350 opere audio provenienti da tutto il mondo. Tracciati sondativi che contemplano, tra gli altri, l'importante percorso internazionale di Mario Nascimbene nella prassi compositiva della musica per il cinema, Plus loin que la nuit (2005), ultima opera audiovisiva del videoartista francese Robert Cahen presentata alla scorsa edizione del festival di Locarno e riflessioni sull'esperienza di composizione collettiva di Edison Studio che ha sonorizzato elettroacusticamente Gli Ultimi giorni di Pompei (1913) di Eleuterio Rodolfi e Das Cabinet des Dr. Caligari (1919) di Robert Wiene, con recenti apprezzate esecuzioni in Europa e negli Stati Uniti. Al tempo stesso delineare significativi percorsi teorici e riflessioni tecniche, attraverso dialoghi con un compositore-musicologo come Riccardo Giagni autore delle musiche degli ultimi film di Bellocchio, con un'artista di fama che dalla musica transita volentieri a realizzazioni filmiche come Franco Battiato, con uno dei maggiori tecnici del suono del cinema italiano come Alessandro Zanon, vincitore del David di Donatello per il miglior sonoro con Lamerica (1995) di Gianni Amelio che, nell'ultimo ventennio, ha lavorato più volte nei film di Staub-Huillet, Amelio, Moretti, Archibugi ecc.
Musica e immagine nel paesaggio audiovisivo
Latini G
2006-01-01
Abstract
I molteplici rapporti e interrelazioni tra il cinema e la musica. O, più precisamente, il complesso ed articolato dialogo istituito e istituibile tra la processualità audiovisiva e il mondo sonoro tecnicamente producibile e riproducibile entro lo scenario teorico-estetico ed artistico della contemporaneità. L'assunzione delle dizioni di processualità audiovisiva e di mondo sonoro tecnicamente producibile e riproducibile, con tutte le implicazioni teorico-estetiche nonchè tecniche del caso, consente dunque, un'investigazione aperta non solo al versante specificamente filmico, della musica per film. Quello tradizionalmente più tematizzato, sul piano storico, estetico e analitico, sia in ambito filmologico che - ma con minor frequenza - musicologico. Un'investigazione aperta da configurarsi in molteplici direzioni, originando prospettive di esplorazione critica su alcune delle più interessanti esperienze e sperimentazioni linguistico-espressive di oggi, tutte più o meno organicamente investite da una forte relazione combinatoria tra immagine e suono, capaci di conquistare pubblici estremamemente diversificati. Esplorazioni, nello specifico, tese a saggiare territori, oltre a quello prettamente cine-musicale, quali la videoarte, il vj set, le riletture sonore in chiave contemporane di grandi classici del cinema muto da parte di compositori contemporanei, l'arte sonora con le installazioni del Sound Art Museum di Roma legate ad opere visive ma anche con un Archivio che ha già catalogato oltre 350 opere audio provenienti da tutto il mondo. Tracciati sondativi che contemplano, tra gli altri, l'importante percorso internazionale di Mario Nascimbene nella prassi compositiva della musica per il cinema, Plus loin que la nuit (2005), ultima opera audiovisiva del videoartista francese Robert Cahen presentata alla scorsa edizione del festival di Locarno e riflessioni sull'esperienza di composizione collettiva di Edison Studio che ha sonorizzato elettroacusticamente Gli Ultimi giorni di Pompei (1913) di Eleuterio Rodolfi e Das Cabinet des Dr. Caligari (1919) di Robert Wiene, con recenti apprezzate esecuzioni in Europa e negli Stati Uniti. Al tempo stesso delineare significativi percorsi teorici e riflessioni tecniche, attraverso dialoghi con un compositore-musicologo come Riccardo Giagni autore delle musiche degli ultimi film di Bellocchio, con un'artista di fama che dalla musica transita volentieri a realizzazioni filmiche come Franco Battiato, con uno dei maggiori tecnici del suono del cinema italiano come Alessandro Zanon, vincitore del David di Donatello per il miglior sonoro con Lamerica (1995) di Gianni Amelio che, nell'ultimo ventennio, ha lavorato più volte nei film di Staub-Huillet, Amelio, Moretti, Archibugi ecc.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.