L’uguaglianza di genere è un tema al centro del dibattito internazionale ed europeo e costituisce uno dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals (SDGs) – indicati dall’Assemblea Generale dell’ONU per il 2030, il Goal 5, finalizzato a favorire la promozione della parità di genere e l’emancipazione delle donne in tutti gli ambiti sociali ed economici. Nonostante l’attenzione mondiale verso il tema e le iniziative politiche e legislative intraprese, finora nessuno stato del mondo ha colmato il gap esistente in tema di genere. Lo status quo evidenzia, dunque, la centralità della leadership politica e di una serie completa di riforme per smantellare le barriere sistemiche al raggiungimento dell’SDG5. Nella prospettiva economico-aziendale il tema della parità di genere e delle azioni volte al suo raggiungimento assumono rilevanza essenzialmente secondo due prospettive: in termini di disclosure non finanziaria verso una platea di stakeholder più estesa di un tempo e maggiormente attenta ai temi ambientali, sociali e di governance; in quanto ad impatto sulle performance economico-finanziarie dell’impresa in conseguenza di una maggiore disponibilità di competenze e una positiva reputazione aziendale. Il presente contributo si focalizza unicamente sul primo profilo, specificatamente, sulla dimensione “sociale” degli ESG relativa alla parità di genere. Dopo aver sommariamente analizzato le iniziative legislative e politiche intraprese a livello europeo, al fine di favorire il raggiungimento del Goal 5, la ricerca ha inteso evidenziare se i progressivi interventi in tema di disclosure aziendale i) abbiano effettivamente contribuito al miglioramento delle informazioni in tema di parità di genere; ii) quali siano le possibili determinanti che influenzano il cambiamento nella qualità e quantità delle informazioni richieste e, conseguentemente, iii) se per questa via sia ragionevole attendersi un progressivo avanzamento in tema di raggiungimento del Goal 5. Per rispondere agli obiettivi di ricerca è stata adottata una metodologia di tipo comparativo. Attraverso una content analysis, lo studio ha rilevato le differenze che emergono dal confronto tra i KPI sul tema “gender” previsti dai framework di rendicontazione utilizzati prima (essenzialmente i GRI) e dopo (gli ESRS) l’emanazione della CSRD e degli standard di rendicontazione obbligatori dell’EFRAG. I KPI individuati sono stati raggruppati in cluster omogenei al fine di rendere più agevole il confronto, in una logica unitaria. Nello specifico, sono stati utilizzati i seguenti cluster: parità di genere; diversità nei board; politiche di genere e loro attuazione. Ciò ha consentito, da un lato, di delinearne caratteristiche e differenze, nonché le possibili ragioni tecniche alla base delle differenze rilevate; dall’altro, di valutare se si è realizzato un miglioramento effettivo o solo apparente nella qualità e nella quantità delle informazioni di genere a seguito dell’introduzione degli ESRS. La presente ricerca consente di colmare una lacuna negli studi sulla rendicontazione di sostenibilità, evidenziando un’area inesplorata della letteratura relativa ai cambiamenti nella quantità e qualità degli standard sul genere. Anticipa, altresì, il potenziale impatto dei cambiamenti normativi in corso sulle informazioni prodotte nei bilanci di sostenibilità 2024 dalle imprese europee, sottolineando i benefici attesi e le possibili criticità applicative. Infine, fornisce indicazioni evolutive su come cambierà l’attenzione alla gender disclosure, contribuendo a spiegare le ragioni di tale cambiamento
Le questioni di genere nell’ambito della disclosure aziendale
venuti, Marco
2024-01-01
Abstract
L’uguaglianza di genere è un tema al centro del dibattito internazionale ed europeo e costituisce uno dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals (SDGs) – indicati dall’Assemblea Generale dell’ONU per il 2030, il Goal 5, finalizzato a favorire la promozione della parità di genere e l’emancipazione delle donne in tutti gli ambiti sociali ed economici. Nonostante l’attenzione mondiale verso il tema e le iniziative politiche e legislative intraprese, finora nessuno stato del mondo ha colmato il gap esistente in tema di genere. Lo status quo evidenzia, dunque, la centralità della leadership politica e di una serie completa di riforme per smantellare le barriere sistemiche al raggiungimento dell’SDG5. Nella prospettiva economico-aziendale il tema della parità di genere e delle azioni volte al suo raggiungimento assumono rilevanza essenzialmente secondo due prospettive: in termini di disclosure non finanziaria verso una platea di stakeholder più estesa di un tempo e maggiormente attenta ai temi ambientali, sociali e di governance; in quanto ad impatto sulle performance economico-finanziarie dell’impresa in conseguenza di una maggiore disponibilità di competenze e una positiva reputazione aziendale. Il presente contributo si focalizza unicamente sul primo profilo, specificatamente, sulla dimensione “sociale” degli ESG relativa alla parità di genere. Dopo aver sommariamente analizzato le iniziative legislative e politiche intraprese a livello europeo, al fine di favorire il raggiungimento del Goal 5, la ricerca ha inteso evidenziare se i progressivi interventi in tema di disclosure aziendale i) abbiano effettivamente contribuito al miglioramento delle informazioni in tema di parità di genere; ii) quali siano le possibili determinanti che influenzano il cambiamento nella qualità e quantità delle informazioni richieste e, conseguentemente, iii) se per questa via sia ragionevole attendersi un progressivo avanzamento in tema di raggiungimento del Goal 5. Per rispondere agli obiettivi di ricerca è stata adottata una metodologia di tipo comparativo. Attraverso una content analysis, lo studio ha rilevato le differenze che emergono dal confronto tra i KPI sul tema “gender” previsti dai framework di rendicontazione utilizzati prima (essenzialmente i GRI) e dopo (gli ESRS) l’emanazione della CSRD e degli standard di rendicontazione obbligatori dell’EFRAG. I KPI individuati sono stati raggruppati in cluster omogenei al fine di rendere più agevole il confronto, in una logica unitaria. Nello specifico, sono stati utilizzati i seguenti cluster: parità di genere; diversità nei board; politiche di genere e loro attuazione. Ciò ha consentito, da un lato, di delinearne caratteristiche e differenze, nonché le possibili ragioni tecniche alla base delle differenze rilevate; dall’altro, di valutare se si è realizzato un miglioramento effettivo o solo apparente nella qualità e nella quantità delle informazioni di genere a seguito dell’introduzione degli ESRS. La presente ricerca consente di colmare una lacuna negli studi sulla rendicontazione di sostenibilità, evidenziando un’area inesplorata della letteratura relativa ai cambiamenti nella quantità e qualità degli standard sul genere. Anticipa, altresì, il potenziale impatto dei cambiamenti normativi in corso sulle informazioni prodotte nei bilanci di sostenibilità 2024 dalle imprese europee, sottolineando i benefici attesi e le possibili criticità applicative. Infine, fornisce indicazioni evolutive su come cambierà l’attenzione alla gender disclosure, contribuendo a spiegare le ragioni di tale cambiamentoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.