Nonostante il ruolo particolarmente attivo svolto dall’Unione nell’ambito sia della lotta alla discriminazione (in base al sesso e, più di recente, al genere), sia della protezione internazionale, manca, ad oggi, un collegamento strutturato tra questi due rami del diritto dell’UE. A tal proposito, si registrano, però, alcune evoluzioni degne di nota nella giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea (‘Corte di giustizia’, ‘CGUE’), la quale, in seguito all’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul per l’UE, si è pronunciata in tre occasioni sul rapporto tra violenza di genere, da un lato, e il riconoscimento di una forma di protezione internazionale (status di rifugiato e protezione sussidiaria) in favore di donne richiedenti asilo vittime di tali atti, dall’altro . Meno soddisfacente, invece, appare la recente riforma del CEAS, la quale – tra le altre criticità – ha rappresentato un’occasione persa per includere la dimensione di genere negli atti di diritto derivato in materia di asilo . Dopo una breve panoramica dell’evoluzione, nell’ordinamento dell’Unione europea ed internazionale, del regime volto a contrastare la discriminazione in base al sesso e al genere e la violenza di genere (Sezione 2), il contributo ricostruisce il progressivo affermarsi della dimensione di genere in materia di protezione internazionale (Sezione 3), per poi concentrarsi sulla recente giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE sul rapporto tra violenza di genere, da un lato, e status di rifugiato e protezione sussidiaria, dall’altro (Sezione 4). Seguono brevi osservazioni conclusive (Sezione 5).

Donne vittime di violenza di genere e protezione internazionale: gli sviluppi recenti nella prassi della Corte di giustizia dell’Unione europea

Giulia Ciliberto
2024-01-01

Abstract

Nonostante il ruolo particolarmente attivo svolto dall’Unione nell’ambito sia della lotta alla discriminazione (in base al sesso e, più di recente, al genere), sia della protezione internazionale, manca, ad oggi, un collegamento strutturato tra questi due rami del diritto dell’UE. A tal proposito, si registrano, però, alcune evoluzioni degne di nota nella giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea (‘Corte di giustizia’, ‘CGUE’), la quale, in seguito all’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul per l’UE, si è pronunciata in tre occasioni sul rapporto tra violenza di genere, da un lato, e il riconoscimento di una forma di protezione internazionale (status di rifugiato e protezione sussidiaria) in favore di donne richiedenti asilo vittime di tali atti, dall’altro . Meno soddisfacente, invece, appare la recente riforma del CEAS, la quale – tra le altre criticità – ha rappresentato un’occasione persa per includere la dimensione di genere negli atti di diritto derivato in materia di asilo . Dopo una breve panoramica dell’evoluzione, nell’ordinamento dell’Unione europea ed internazionale, del regime volto a contrastare la discriminazione in base al sesso e al genere e la violenza di genere (Sezione 2), il contributo ricostruisce il progressivo affermarsi della dimensione di genere in materia di protezione internazionale (Sezione 3), per poi concentrarsi sulla recente giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE sul rapporto tra violenza di genere, da un lato, e status di rifugiato e protezione sussidiaria, dall’altro (Sezione 4). Seguono brevi osservazioni conclusive (Sezione 5).
2024
979-12-235-0066-8
immigrazione, protezione internazionale, violenza di genere, status di rifugiato, direttiva qualifiche, Corte di giustizia dell'Unione europea, CGUE
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12606/19528
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