Il contributo fa parte di un volume miscellaneo, una biografia storico-sociale dell'eroe del Risorgimento mantovano don Enrico Tazzoli (1812-1852), e consiste in una ricostruzione dell'immagine che ne venne data da parte dei suoi ex compagni di cospirazione, sopravvissuti al processo dell'autorità militare asburgica del 1852-1853, a seguito del quale Tazzoli fu condannato a morte per impiccagione (7 dicembre 1852). Nel primo paragrafo vengono considerate le opinioni ostili espresse da Attilio Mori nelle sue "Memorie" inedite, scritte durante la prigionia (1853-1856); nel secondo invece i giudizi favorevoli formulati da Paride Suzzara Verdi, appartenente alla Sinistra Estrema, nel suo romanzo "Patria e Cuore" del 1861; nel terzo si ricostruisce l'uso politico della figura e degli scritti di Tazzoli, compiuto nel corso dello scontro politico svoltosi in Parlamento nel 1884 fra Giuseppe Finzi e Luigi Castellazzo, spalleggiati rispettivamente dalla Destra e dalla Sinistra; nel quarto ed ultimo paragrafo infine si considera l'ultima polemica svoltasi 20 anni dopo fra gli eredi di Finzi e quelli di Achille Sacchi, amico fraterno di Castellazzo. La conclusione è che la figura storica di don Enrico Tazzoli è stata danneggiata e strumentalizzata dagli esponenti di entrambe le parti politiche, con l'unica eccezione dell'onesto e magnanimo Paride Suzzara Verdi.
Tazzoli fra due condanne: l'anticlericalismo della Sinistra e l'autoritarismo della Destra
FABBRI, ALESSANDRO
2012-01-01
Abstract
Il contributo fa parte di un volume miscellaneo, una biografia storico-sociale dell'eroe del Risorgimento mantovano don Enrico Tazzoli (1812-1852), e consiste in una ricostruzione dell'immagine che ne venne data da parte dei suoi ex compagni di cospirazione, sopravvissuti al processo dell'autorità militare asburgica del 1852-1853, a seguito del quale Tazzoli fu condannato a morte per impiccagione (7 dicembre 1852). Nel primo paragrafo vengono considerate le opinioni ostili espresse da Attilio Mori nelle sue "Memorie" inedite, scritte durante la prigionia (1853-1856); nel secondo invece i giudizi favorevoli formulati da Paride Suzzara Verdi, appartenente alla Sinistra Estrema, nel suo romanzo "Patria e Cuore" del 1861; nel terzo si ricostruisce l'uso politico della figura e degli scritti di Tazzoli, compiuto nel corso dello scontro politico svoltosi in Parlamento nel 1884 fra Giuseppe Finzi e Luigi Castellazzo, spalleggiati rispettivamente dalla Destra e dalla Sinistra; nel quarto ed ultimo paragrafo infine si considera l'ultima polemica svoltasi 20 anni dopo fra gli eredi di Finzi e quelli di Achille Sacchi, amico fraterno di Castellazzo. La conclusione è che la figura storica di don Enrico Tazzoli è stata danneggiata e strumentalizzata dagli esponenti di entrambe le parti politiche, con l'unica eccezione dell'onesto e magnanimo Paride Suzzara Verdi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.