Il presente lavoro mira a evidenziare il nesso di reciproco condizionamento che lega le pratiche di trattamento dei migranti nelle zone di frontiera e le politiche pubbliche di gestione del fenomeno migratorio, la cui produzione è a sua volta intrecciata, in un rapporto di reciproco influenzamento, con la percezione collettiva che della presenza dei migranti elabora la società ricevente. Il contesto di osservazione è rappresentato dalle zone di frontiera preposte alla gestione dell'emergenza migratoria, con particolare focus sull'isola di Lampedusa, "simbolo e quintessenza del confine" (Cuttitta 2012). Lampedusa, infatti, ha offerto - soprattutto negli ultimi anni, con l'acuirsi dell'importante crisi migratoria che la interessa dal 2011 - il terreno privilegiato per l'osservazione della presenza di questo mutuo condizionamento tra dimensione micro (le modalità relazionali tra i soggetti coinvolti nell'emergenza migratoria alla frontiera) e la dimensione macro (il sentire comune e la sua normativizzazione politica), secondo un meccanismo che finisce per corroborare un discorso e quindi un approccio ben precisi nei confronti della questione migratoria, descritta, percepita e gestita come problema sociale, appunto come "emergenza". Ciò che si vuole evidenziare è, infatti, proprio l'impatto sulle micro-dinamiche relazionali delle politiche e della percezione collettiva del problema "migrazioni", e come tali dinamiche siano, a loro volta, esse stesse funzionali alla produzione di un determinato sentire comune e un preciso orientamento politico in materia migrazioni.
Migrazioni e frontiere: dinamiche relazionali tra migranti e operatori nel palcoscenico del confine
F. Vigneri
2017-01-01
Abstract
Il presente lavoro mira a evidenziare il nesso di reciproco condizionamento che lega le pratiche di trattamento dei migranti nelle zone di frontiera e le politiche pubbliche di gestione del fenomeno migratorio, la cui produzione è a sua volta intrecciata, in un rapporto di reciproco influenzamento, con la percezione collettiva che della presenza dei migranti elabora la società ricevente. Il contesto di osservazione è rappresentato dalle zone di frontiera preposte alla gestione dell'emergenza migratoria, con particolare focus sull'isola di Lampedusa, "simbolo e quintessenza del confine" (Cuttitta 2012). Lampedusa, infatti, ha offerto - soprattutto negli ultimi anni, con l'acuirsi dell'importante crisi migratoria che la interessa dal 2011 - il terreno privilegiato per l'osservazione della presenza di questo mutuo condizionamento tra dimensione micro (le modalità relazionali tra i soggetti coinvolti nell'emergenza migratoria alla frontiera) e la dimensione macro (il sentire comune e la sua normativizzazione politica), secondo un meccanismo che finisce per corroborare un discorso e quindi un approccio ben precisi nei confronti della questione migratoria, descritta, percepita e gestita come problema sociale, appunto come "emergenza". Ciò che si vuole evidenziare è, infatti, proprio l'impatto sulle micro-dinamiche relazionali delle politiche e della percezione collettiva del problema "migrazioni", e come tali dinamiche siano, a loro volta, esse stesse funzionali alla produzione di un determinato sentire comune e un preciso orientamento politico in materia migrazioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.